Sparirà la fermata dei bus turistici in viale Ariosto, come chiesto da alcuni residenti della zona. Lo annuncia in consiglio l’assessore alla mobilità Andrea Giorgio, rispondendo a una domanda di attualità di Lorenzo Masi del M5S. Da tempo era presente uno stallo in viale Ariosto, ma dopo lo spostamento dei bus turistici dalla Zecca alle Cascine, la pressione era aumentata diventando insopportabile per i quartieri.
Producendo, dice Giorgio, «sovraccarico di traffico, blocco degli autobus di linea e un impatto non banale sulle attività». In più, Giorgio annuncia che per «disincentivare i furbetti» che lasciano i turisti fuori dagli hub consentiti, «dopo un certo numero di sanzioni non sarà più possibile per loro comprare, per un periodo il ticket di ingresso in città».
«La sostenibilità del turismo passa anche per misure come questa» rimarca l’assessore al turismo, Iacopo Vicini, mentre Masi torna a pungere: «Se per avere un piano definitivo dei punti di sosta dei bus dovremo aspettare la conclusione dei lavori delle tramvie, nel frattempo cosa facciamo?». E così Francesco Casini di Iv: «Va ripensato un piano equilibrato».
Intanto fuori da Palazzo Vecchio montava la protesta del Comitato Osservatorio Quartiere 5, con cori e striscioni, contro la realizzazione della cabina elettrica primaria die-distribuzione al Sodo, a due passi dalle Ville Medicee. Vicenda portata in consiglio con un question time di Dmitrij Patagi (Spc), al quale l’assessora Caterina Biti ha risposto spiegando, in sostanza, che i giochi sono fatti. «Non ostante un parere tecnico non conforme della direzione Urbanistica», fa sapere, la Regione ha “superato” il Comune «con una variante». Biti garantisce però «l’impegno con Enel di mitigare il più possibile». «Insoddisfatto» della risposta Patagi(«Serviva un tavolo con la Regione Toscana ed Enel») e anche il comitato, che aspetta la sentenza del Tar attesa giovedì: «La sindaca non ha mai risposto alle nostre sollecitazioni, né parlato di mitigazioni. A microfoni spenti dal Comune hanno ammesso che è un progetto sbagliato e che è troppo tardi, però poi hanno presentato memorie avverse al nostro ricorso» dicono Maurizio Bruschi e Anna Soldani. «La genesi di quest’opera è avvenuta col favor e delle tenebre» sferzano Giovanni Gandolfo e Matteo Chelli di Fdi.
di MATTEO LIGNELLI